Pesce e frutti di mare: il cibo della giovinezza
Sono talmente buoni che pare incredibile, eppure è così: i frutti di mare, oltre a essere alimenti deliziosi, fanno bene alla salute. Il loro consumo, che si è indotti a pensare come uno strappo alla regola, è dunque raccomandato (a patto, ovviamente, di non esagerare). Il contenuto di antiossidanti, in grado di combattere l’invecchiamento precoce dovuto ai radicali liberi, ne fa infatti un’arma di prevenzione potente. Lo stesso vale per il pesce azzurro, altrettanto salutare e ricco di agenti antietà: tonno, sgombro – freschi o in conserva – e ricciola sono perfetti da abbinare ai frutti di mare in un menù interamente di pesce.
Tra i frutti di mare sono compresi sia i molluschi sia i crostacei, e dal punto di vista nutritivo è chiaro che esistono differenze tra polpi, vongole e aragoste. Esistono però anche tanti punti di contatto, e fra questi bisogna considerare che si tratta di alimenti a basso contenuto calorico e lipidico, adatti anche all’alimentazione di chi deve stare attento alla linea. Sotto questo punto di vista spiccano i cefalopodi (100 grammi di polpo contengono appena 57 calorie), ma il discorso si può estendere davvero a tutti: l’aragosta, il più calorico fra i crostacei, porta appena 85 calorie ogni 100 grammi di prodotto.
È importante poi sottolineare che i lipidi sono costituiti per la maggior parte da grassi acidi insaturi, ovvero quegli Omega-3 e Omega-6 che aiutano a prevenire Alzheimer, arteriosclerosi e malattie cardiovascolari, a combattere l’invecchiamento precoce e che aiutano lo sviluppo e la maturazione neuronale. Una serie di proprietà che i frutti di mare condividono con ricciola e tonno, sgombro e sardina.
Si è pensato a lungo che fra le controindicazioni dei frutti di mare ci fosse l’alto contenuto di colesterolo. Studi recenti, però, hanno permesso di capire che in realtà, e questo vale soprattutto per i molluschi bivalvi, come cozze e vongole, quello che veniva conteggiato come colesterolo è costituito per buona parte da fitosteroli, che aiutano il nostro organismo a diminuire il livello di colesterolo, ostacolandone l’assorbimento intestinale.
Non va dimenticato l’apporto proteico, legato soprattutto alle proteine nobili, che è assimilabile a quello della carne. I frutti di mare forniscono vitamine in particolare la B12 e tanti sali minerali come ferro, iodio, potassio, selenio e zinco. Visti gli alti contenuti di sodio, chi soffre di ipertensione e le donne incinte dovrebbero preferire il consumo di cefalopodi, ovvero polpi, calamari e seppie, che ne contengono quantità minime. Allo stesso modo, l’eccessiva concentrazione di iodio non rende adatti i frutti di mare agli ipertiroidei.
I rischi legati all’assunzione di frutti di mare sono fondamentalmente due. Il primo è che si tratta di alimenti che possono scatenare reazioni allergiche o intolleranze con il consumo; i frutti di mare sono infatti citati tra degli otto alimenti responsabili di oltre il 90% delle allergie alimentari su scala mondiale. Il secondo rischio è dovuto alla funzione filtrante che svolgono all’interno dell’ecosistema marino; l’unico modo per eliminare i microrganismi e le sostanze inquinanti con cui vengono a contatto consiste in un’adeguata cottura: consumare frutti di mare crudi, per quanto possano essere invitanti, ci espone al rischio di intossicazioni alimentari. Basta però cucinarli e seguire alcuni piccoli accorgimenti, come non forzare i gusci che non si aprono spontaneamente, evitare di mangiare i frutti di mare troppo duri o con un odore sospetto, per allontanare il rischio di spiacevoli sorprese.
Insomma, chi ama i frutti di mare può mangiarli senza sensi di colpa. L’importante è non esagerare con le dosi e preferire cotture al vapore o alla griglia, evitando le fritture e gli intingoli molto grassi o elaborati, in grado di annullarne qualsiasi beneficio. La cosa migliore consiste nell’abbinarli o alternarli al pesce azzurro, altrettanto buono e salutare, in modo da rifornire con regolarità il nostro organismo di quegli agenti antiossidanti Omega-3, Omega-6 e zinco che ci aiutano a combattere gli effetti del tempo che passa.