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Seppie, molluschi da riscoprire

Seppie, molluschi da riscoprire

L’anno sta per terminare e si avvicinano le feste natalizie e, con esse, anche ipercaloriche cene aziendali e interminabili pranzi in famiglia. Decisamente un periodo difficile per chi tiene alla linea, o chi comunque non vuole esagerare, per evitare poi di affrontare il mese di gennaio tra rinunce e palestra. Per fortuna, però, c’è la possibilità di trovare un compromesso fra i piaceri della gola e i doveri imposti dalla bilancia: un alimento come la seppia, per esempio, permette di inventarsi (o scegliere) tanti piatti stuzzicanti e leggeri.

Innanzitutto cerchiamo di fare chiarezza su cosa sia. Con il termine seppia indichiamo vari tipi di molluschi marini, che abitano i nostri mari e il vicino Oceano: quelli che vivono nel Mediterraneo sono molto più piccoli (dai 15 ai 45 centimetri, tentacoli esclusi) e tendenzialmente saporiti rispetto a quelli dell’Atlantico che, abituati alle profondità oceaniche, arrivano a misurare più di un metro.

Per sapere se i molluschi sono freschi, controllatene l’inchiostro: quelli appena pescati ne sono ricoperti, e tendono poi a perderlo col passare del tempo; fate attenzione poi che l’inchiostro sia fluido e non presenti quei grumi che derivano dal processo di scongelamento. Non che le seppie surgelate siano per forza da demonizzare, anzi: è consigliabile congelare brevemente anche quelle nostrane, prima di pulirle, così da separare in maniera più efficace la sacca d’inchiostro ed evitare che si rompa nel processo.

Surgelata o fresca che sia, la seppia è una prelibatezza adatta a ogni regime alimentare (a meno che non soffriate di gotta o iperuricemia): per 100 grammi di prodotto, si contano infatti solamente 79 calorie, che derivano per l’87,7% da proteine e solo per il 7% da grassi. Proprio per questo, si può abbondare con le porzioni e mangiarne tranquillamente 200 o 300 grammi. Buono anche il contributo vitaminico (B2, B12 e C) e assolutamente importante quello di selenio, fosforo, ferro, rame e zinco.

Un discorso a parte merita l’inchiostro, il cosiddetto nero di seppia: oltre a costituire un ingrediente molto prelibato per squisiti risotti e linguine, esso ha proprietà antitumorali, ematopoietiche (favorisce cioè lo sviluppo di nuove cellule del sangue), antiossidanti e aiuta a tenere bassa la pressione sanguigna.

Insomma, questo mollusco è un toccasana per la salute, a patto che lo si cucini nella maniera adeguata: spesso infatti la seppia viene utilizzata per preparare intingoli saporiti, ma troppo elaborati, che ne vanificano tutte le proprietà nutritive. Attenzione anche alle seppie in frittura, perché possono sviluppare ammine eterocicliche, un fattore di rischio per alcune forme tumorali. Questo non vuol dire che non possiamo concederci di tanto in tanto qualche piatto più pesante, ma che per il nostro benessere è meglio scegliere ricette più semplici e genuine.

I metodi di cottura migliori per coniugare gusto e benessere, sono il vapore, il cartoccio, il forno, l’umido e la piastra. Per magnificarne il sapore e assumerne tutte le proprietà, perché non cucinare le seppie alla griglia, condite qualche goccia di limone, olio extravergine di oliva ed erbe aromatiche, oppure in umido con i piselli, un grande classico della nostra cucina, o ancora in insalata con cipollotti rossi e valeriana. Alternative sane e deliziose, tutte da provare.

 

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