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Depurarsi con la cura dell’uva

Depurarsi con la cura dell’uva

L’uva fa parte della nostra cultura da millenni. I filari di viti rappresentano un elemento fondamentale e insostituibile del paesaggio mediterraneo e se la vendemmia ha una valenza quasi sacrale nella vita contadina non è solo perché dall’uva si ricava il vino, ma anche perché questo frutto è presente da sempre nella nostra dieta. Ed è una fortuna che lo sia, perché pochi altri alimenti fanno così bene al corpo.

L’uva contiene infatti vitamine A, B1, B2, B6 e C, sali minerali come calcio, ferro, fosforo, manganese, potassio e rame e zuccheri buoni, cioè facilmente assimilabili, come fruttosio e glucosio. La buccia è ricca di polifenoli che riducono il nostro consumo energetico, il livello di zuccheri nel sangue e la pressione arteriosa.

Se si vanno a enumerare le proprietà terapeutiche dell’uva, c’è da sbalordirsi: ha infatti un effetto rimineralizzante, disintossicante, diuretico e lassativo, combatte l’anemia, l’artrosi e l’invecchiamento, facilita l’assimilazione del calcio. È particolarmente adatta per le donne in gravidanza e durante le convalescenze, negli stati febbrili, ma anche per chi soffre di nefrite, azotemia, edemi e dermatosi.

Facile capire dunque il successo della cura dell’uva, che era già nota e praticata fra i Greci e i Romani e continua a esserlo anche oggi. Si tratta di una dieta depurativa, adatta sia a perdere peso sia appunto a eliminare tossine.

È preferibile accostarsi all’ampeloterapia (questo il nome tecnico della cura) gradualmente, sorseggiando inizialmente un bicchiere o due di succo d’uva al mattino, per poi abbandonare progressivamente gli altri alimenti. Il succo, che va bevuto appena preparato per assumerne tutte le preziose vitamine e i principi volatili, viene soprannominato latte vegetale perché ha proprietà nutrizionali molto simili a quelle del latte materno, in particolare per l’apporto in acqua e proteine.

La cura dell’uva può durare da qualche giorno fino ad alcune settimane. In quest’ultimo caso, è preferibile scegliere uva nera e biologica e lavarla con estrema cura. Non ci sono limiti particolari o dosaggi preferibili. Se ne può mangiare da 1 chilogrammo a 5 al giorno, a seconda del proprio appetito e della propria costituzione. Attenzione, però: l’ampeloterapia non è adatta a chi soffre di colon irritabile, diabete, a chi ha problemi renali o alle donne nel periodo mestruale.

Se non volete sottoporvi a una dieta troppo radicale, non temete. Potete sfruttare lo stesso le proprietà depurative di questo frutto, limitando la vostra cura dell’uva a una giornata o due la settimana, abbinandola a un’alimentazione leggera, ricca di pesce, frutta e verdura. Ne apprezzerete lo stesso, e in poco tempo, i benefici.

Ad esempio, potete inserire nella vostra alimentazione giornaliera, accanto a succo fresco e chicchi d’uva, una porzione di pesce azzurro scottato in padella accompagnata da una manciata di riso integrale al vapore; oppure, una fresca insalata mista con lattuga, radicchio, acini d’uva bianca, dadini di mela verde, alcuni crostini di pane integrale e salmone in conserva al naturale. E il benessere è servito!

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