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Carenza di iodio: come combatterla

Carenza di iodio: come combatterla

Lo iodio è un minerale essenziale per il benessere del nostro organismo. La carenza di iodio può portare al malfunzionamento della tiroide. La ghiandola è posta alla base del collo e produce due ormoni che contengono iodio nella loro struttura molecolare. Si tratta di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3). Questi ormoni svolgono una funzione regolatrice in numerosi processi metabolici.

Sono fondamentali anche nella fase di sviluppo e crescita cellulare di vari organi, come cervello, reni, fegato e pelle. Combattere la carenza di iodio è fondamentale per evitare complicazioni.

Quali problemi può causare?

I problemi più comuni della carenza di iodio sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo. Essi possono portare a cambiamenti ormonali importanti nel nostro corpo. Ad esempio dolori muscolari e articolari, problemi cutanei e tricologici, disturbi intestinali, spossatezza, improvvisi cali o aumenti ponderali, innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue.

Il fabbisogno giornaliero di iodio si stima intorno ai 150 microgrammi per il soggetto adulto o adolescente. Diventa intorno ai 240 microgrammi per la donna durante gravidanza e allattamento, per assicurare lo sviluppo armonico del bambino. Per essere sicuri di non avere carenze di iodio, è necessario adottare una dieta equilibrata.

Quali cibi è meglio consumare?

Ci sono molti alimenti che possono assicurare l’apporto di questo prezioso minerale. Tra questi non figura il sale. Contrariamente a quanto si può pensare, solo il sale fortificato contiene iodio. Infatti in commercio si trova sotto il nome di “sale iodato”.

Gli alimenti con il maggiore apporto di iodio sono pesce, crostacei, molluschi, uova, fagioli, alghe, latte e latticini, mirtilli rossi, aglio, cipolla, semi di sesamo e di girasole. Una tazza di yogurt, ad esempio, fornisce il 60% del fabbisogno giornaliero. Una porzione di fagioli bianchi lessati arriva al 42%, mentre 50 grammi di alghe essiccate ne raggiungono o superano il totale.

Gli esperti della Società Italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp) hanno rilevato come un bambino su cinque non introduca nella dieta quantitativi sufficienti di iodio e sia quindi esposto al rischio di sviluppare il gozzo ipotiroideo.

Il consiglio generale, valido a maggior ragione per bambini e donne in gravidanza e allattamento, è quindi quello di aumentare il consumo settimanale di pesce. Come salmone, sgombro e alici (freschi o in scatola), frutti di mare, uova e latticini.

 

Se siete a rischio di carenza di iodio, attenzione a broccoli, cavoli, soia, ravanelli, mandorle, arachidi, pinoli e nocciole. Possono limitarne l’assimilazione.

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